Habitat, 1973. Nitro su acciaio inox, 50×50 cm
[…] La composizione delle sue lastre incise s’infittisce nel disegno delle “cattedrali” d’acciaio sulla solitudine della campagna, o di certe assurde topografie di città morte […] Spesso la pagina incisa di Scirpa è chiusa in una circonferenza che sembra roteare come un sole, ma a vuoto, un sole spento o un magma di ferro e zolfo, come se in questi astri si fosse scatenata una di quelle tempeste che sconvolgono l’equilibrio dell’ago magnetico e delle maree […]
Antonino Uccello, maggio 1967
[…] Penso che le interferenze strutturali di questo “Habitat”, di questa sua, direi, “topologia metamorfica ed emblematica”, hanno condotto Scirpa a visualizzare una sorta di iconografia dell’urbanistica e dell’architettura, iconografia che la sua immaginazione ha portato dal livello di verifica a quello artistico di metafora poetico-visiva. In fondo, quella di Scirpa, è una volontà di partecipazione ai problemi e alle conseguenze che affronta l’uomo all’interno del gigantismo di certe città oggi. Una comunicazione dunque rispondente ai fatti di una storia vivente.
Pedro Fiori, marzo 1972