Arte e Metropoli.
Nato a Siracusa nel 1934 , ha frequentato la Sommer Akademie für Bildende Kunst a Salisburgo e ha lavorato presso lo studio di John Friedlaender a Parigi.
Trasferitosi a Milano nel 1968, si è interessato alla Pop Art e al Nouveau Réalisme, venendo nel frattempo in contatto con le neo-avanguardie concertista, programmata e cinetica. Da allora ha sviluppato una ricerca di tipo scientifico e progettuale, utilizzando di preferenza procedimenti tecnologici e forme geometrici.
Ha quindi rivolto un certo interesse ai temi dell’oggetto e dello spazio: proiettando e moltiplicando all’infinito immagini di scatole e di involucri commerciali, ha simulato la pratica ripetitiva del consumismo; realizzando costruzioni prospettiche fittizie, composte per combinazione di elementi minimali e colori primari (triangolo/giallo, quadrato/roso, cerchio/blu) espansi e traslati, ha aperto voragini che aboliscono il limite fra reale e illusorio.
Dal 1970, con l’uso di neon e specchi, dà vita a “spazi-luce” che evocano l’infinito, forse per suggerire o stimolare meditazioni profonde. Traduce poi direttamente in elaborazioni elettroniche quei tunnel prospettici.
Coi fotomontaggi ha successivamente operato “progetti di intervento” su monumenti, architetture e paesaggi, di cui modifica la nostra abitudine percettiva.
I “ludoscopi” ci introducono invece in labirinti affascinanti e misteriosi che sembrano animarsi.
Per finire, la “megalopoli consumistica” (1993) segna l’incrocio fra la “struttura modulare consumistica” degli anni 60/70 e il “ludoscopio cinetico” dei primi anni ’80, focalizzando l’attenzione sulle possibilità legate all’uso dei nuovi mezzi tecnologici.
Bologna, Cybernauti 2, Carlo Terrosi