Ludoscopio N3, 2018
La galleria Tonelli di Milano propone, negli spazi di corso Magenta a Milano, dal 3 novembre al 12 gennaio 2021, una mostra di Paolo Scirpa che rivisita i temi più cari all’artista.
Il titolo suggerisce un ingresso nella luce stessa che permette di estendere lo sguardo fino alla visione dell’infinito. È il nucleo fondante della poetica di Scirpa, un tema inesauribile che colpisce l’osservatore producendo uno stupore che si rinnova costantemente. Ciò si verifica puntualmente nel momento in cui l’esperienza della visione si imbatte in opere che hanno il potere di destabilizzare la percezione. Nei Ludoscopi è possibile entrare e ci si trova immersi in uno spazio in cui la prospettiva si frammenta: l’infinito è sopra, sotto, ovunque. La luce diventa veicolo per portarti fuori dal quotidiano, diresti nello spazio dell’essere. D’altra parte l’artista stesso definisce questa luce “Ideale”, capace di dare forma all’ignoto, a un qualcosa che va oltre la possibilità della sperimentazione diretta. L’infinito dei Ludoscopi dà vita e forma ad un luogo mentale, ad una dimensione paradisiaca in cui tutto è luce. Questi giochi di specchi che connotano l’infinito sembrano rievocare l’Ars Magna Lucis et Umbrae di Athanasius Kircher in quanto non si tratta di stravaganze che appartengono alla casualità ma di studiate composizioni geometriche che ritagliano lo spazio attraverso l’uso degli specchi. Mostrare l’infinito, d’altra parte, è una delle grandi sfide che l’artista ha scelto di mettere in atto e che giustamente ha permesso di collocare il suo lavoro di ricerca nell’ambito di quegli studi sul cinetismo che hanno caratterizzato gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Il mondo dell’arte ha riconosciuto a Scirpa un compito importante: quello di aver dato corso ad una svolta nel fare ricerca. Questo importante ruolo gli è stato pienamente riconosciuto nella mostra 100% Italia. Cent’anni di capolavori che si era tenuta a Torino tra il 2018 e il 2019. Il Museo Ettore Fico, in quella circostanza, aveva presentato al Mastio della Cittadella la sezione “Optical, Minimalismo, Arte Povera” e la presenza dell’artista era giustificata per lo specifico e originale contributo dato all’arte italiana del Novecento.
Le scelte della Galleria Tonelli confermano quindi una predilezione nei confronti di artisti e temi che hanno segnato un’epoca.
Marta Michelacci