L'Occhio Mobile. L'arte cinetica italiana dagli 50 agli anni 70

A cura di Micol di Veroli

14 Gennaio - 14 Febbraio 2016
Museo MUO - Zagabria

Inaugurata al museo MUO di Zagabria, alla presenza del Direttore Miroslav Gasparovic, del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Zagabria Maria Sica, della curatrice della mostra Micol Di Veroli, del Primo Segretario dell'Ambasciata d'Italia a Zagabria Luca Laudiero, dell' Assessore alla Cultura della Citta' di Zagabria Ivica Lovric, la mostra Occhio mobile. L'arte cinetica italiana dagli 50 agli anni 70 (14 gennaio -14 febbraio 2016), a cura di Micol Di Veroli e organizzata dall'Ambasciata d'Italia e dall'Istituto Italiano di Cultura a Zagabria.
L'esposizione, che rientra nel programma di promozione dell'arte contemporanea italiana all'estero, raccoglie opere di esponenti chiave del movimento, tra i quali si ricordano: Bruno Munari, Getulio Alviani, Antonio Barrese, Mario Ballocco, Enzo Mari, Grazia Varisco. Artisti che rivestirono tutti un ruolo di primaria importanza nell'ambito del Cinetismo internazionale, definito come 'Ultima avanguardia', e che aggregò la ricerca artistica di artisti di provenienza geografica diversa.

 

Il gruppo delle Nuove Tendenze a Zagabria
L'arte Cinetica ebbe a Zagabria uno dei poli piu' significativi con il movimento delle Nuove Tendenze, che rappresentò uno dei momenti più brillanti del recente passato artistico della Croazia.
Non a caso la mostra è stata presentata negli stessi spazi museali dove ebbe luogo l'ultima mostra delle Nuove Tendenze e perciò, per molti degli autori in mostra, l’esposizione rappresenta un ideale ritorno nei luoghi dove la loro ricerca artistica si confrontò con la linea di pensiero di artisti locali alla ricerca di un comune denominatore nel sistema dell’arte europea.
La mostra si compone anche di una sezione dedicata all'indagine estetica compiuta nel mondo della moda da Fausto Sarli, grande couturier, che riportò il geometrismo e la combinazione del bianco e nero delle opere dell'arte cinetica negli abiti realizzati in quel periodo. Una selezione di 10 abiti testimonia la vicinanaza di Sarli alle sperimentazioni artistiche di quegli anni, evidenziando il ruolo storico della moda nel sistema dell'arte contemporanea.

 

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